OMOTOSSICOLOGIA
OMOTOSSICOLOGIA : ponte tra Omeopatia e Allopatia
“Le malattie sono l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l’espressione della lotta che l’organismo compie naturalmente per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine”.
Così affermava Hans Heinrich Reckeweg, padre dell’Omotossicologia, quando negli anni ’30 del 1900 si propose di costruire un ponte tra Omeopatia e Allopatia.
Egli intravede nelle moderne scienze, Biochimica e Immunologia, la chiave di lettura per spiegare i Principi hahnemanniani su cui si basa l’Omeopatia. Alcuni hanno definito l’Omotossicologia “Omeopatia del 2000”, altri vi hanno visto il punto d’incontro tra il geniale empirismo di Hahnemann, l’affascinante filosofia medica orientale e il rigoroso scientismo occidentale imperniato sulla sperimentazione oggettiva.
L’Omotossicologia, pur partendo dall’Omeopatia, si fa aiutare dalla moderna Fisiopatologia e a questa si rifà in sede di diagnosi, tornando però ad avvalersi di sostanze preparate secondo i canoni della farmacopea omeopatica in sede di terapia.
A oltre cinquant’anni dalla sua nascita, appare evidente il contributo portato da Reckeweg alla Scienza medica : l’integrazione di un’unica visione dei Principi di Hahnemann e i paradigmi della moderna Medicina. Grazie a questa, Omeopatia e Omotossicologia si confrontano con la Medicina Accademica, trovando con questa un punto d’incontro ed un linguaggio comune.
Secondo Reckeweg, le “omotossine” sono la causa delle malattie. Qualunque organismo è attraversato da tossine esogene (batteri, virus, tossine alimentari, inquinamento ambientale, cataboliti di farmaci di sintesi, stress emotivi, ecc) ed endogene (prodotti intermedi dei diversi metabolismi, cataboliti finali, ecc); se esse non sono particolarmente virulente e i sistemi emuntoriali sono efficienti non procureranno interferenze, lasciando l’organismo in salute. Se, al contrario, la tossina è aggressiva o i sistemi di drenaggio emuntoriale non sono efficienti, si determina un alterazione dell’equilibrio che l’organismo, per il mantenimento della sua omeostasi, cercherà di compensare innescando meccanismi ausiliari : le malattie.
La visione biologica del processo di guarigione, introdotta da Reckeweg attraverso i farmaci omotossicologici, stimola la capacità di autoguarigione attraverso il ripristino delle capacità metaboliche, enzimatiche, immunologiche, emuntoriali.
Ma questi concetti non rappresentano le uniche novità; nel bagaglio scientifico di Reckeweg si trova anche un fenomeno di grande interesse : la vicariazione, cioè lo spostamento della malattia da un tessuto ad un altro, da un organo all’altro.
La vicariazione può avere una prognosi positiva (è detta “regressiva”, corrispondente al processo di guarigione naturale) o, viceversa, negativa (è detta progressiva e coincide con un processo di cronicizzazione). Con la terapia omotossicologica si noterà la “vicariazione regressiva” , cioè lo spostamento della malattia da organi più nobili e profondi verso organi o sistemi deputati all’escrezione delle tossine.
La capacità di sistematizzazione portò il Dott. Reckeweg a ideare la “Tavola delle Omotossicosi” , comprendendo in essa il patrimonio diagnostico dell’Omeopatia, i fondamenti dell’Embriologia, le moderne acquisizioni di semeiotica medica e di fisiopatologia.
Così affermava Hans Heinrich Reckeweg, padre dell’Omotossicologia, quando negli anni ’30 del 1900 si propose di costruire un ponte tra Omeopatia e Allopatia.
Egli intravede nelle moderne scienze, Biochimica e Immunologia, la chiave di lettura per spiegare i Principi hahnemanniani su cui si basa l’Omeopatia. Alcuni hanno definito l’Omotossicologia “Omeopatia del 2000”, altri vi hanno visto il punto d’incontro tra il geniale empirismo di Hahnemann, l’affascinante filosofia medica orientale e il rigoroso scientismo occidentale imperniato sulla sperimentazione oggettiva.
L’Omotossicologia, pur partendo dall’Omeopatia, si fa aiutare dalla moderna Fisiopatologia e a questa si rifà in sede di diagnosi, tornando però ad avvalersi di sostanze preparate secondo i canoni della farmacopea omeopatica in sede di terapia.
A oltre cinquant’anni dalla sua nascita, appare evidente il contributo portato da Reckeweg alla Scienza medica : l’integrazione di un’unica visione dei Principi di Hahnemann e i paradigmi della moderna Medicina. Grazie a questa, Omeopatia e Omotossicologia si confrontano con la Medicina Accademica, trovando con questa un punto d’incontro ed un linguaggio comune.
Secondo Reckeweg, le “omotossine” sono la causa delle malattie. Qualunque organismo è attraversato da tossine esogene (batteri, virus, tossine alimentari, inquinamento ambientale, cataboliti di farmaci di sintesi, stress emotivi, ecc) ed endogene (prodotti intermedi dei diversi metabolismi, cataboliti finali, ecc); se esse non sono particolarmente virulente e i sistemi emuntoriali sono efficienti non procureranno interferenze, lasciando l’organismo in salute. Se, al contrario, la tossina è aggressiva o i sistemi di drenaggio emuntoriale non sono efficienti, si determina un alterazione dell’equilibrio che l’organismo, per il mantenimento della sua omeostasi, cercherà di compensare innescando meccanismi ausiliari : le malattie.
La visione biologica del processo di guarigione, introdotta da Reckeweg attraverso i farmaci omotossicologici, stimola la capacità di autoguarigione attraverso il ripristino delle capacità metaboliche, enzimatiche, immunologiche, emuntoriali.
Ma questi concetti non rappresentano le uniche novità; nel bagaglio scientifico di Reckeweg si trova anche un fenomeno di grande interesse : la vicariazione, cioè lo spostamento della malattia da un tessuto ad un altro, da un organo all’altro.
La vicariazione può avere una prognosi positiva (è detta “regressiva”, corrispondente al processo di guarigione naturale) o, viceversa, negativa (è detta progressiva e coincide con un processo di cronicizzazione). Con la terapia omotossicologica si noterà la “vicariazione regressiva” , cioè lo spostamento della malattia da organi più nobili e profondi verso organi o sistemi deputati all’escrezione delle tossine.
La capacità di sistematizzazione portò il Dott. Reckeweg a ideare la “Tavola delle Omotossicosi” , comprendendo in essa il patrimonio diagnostico dell’Omeopatia, i fondamenti dell’Embriologia, le moderne acquisizioni di semeiotica medica e di fisiopatologia.